IL MONOSSIDO DI CARBONIO
SORGENTI
Il Monossido di Carbonio è un gas che si forma in tutti i
processi di combustione incompleta dei derivati del carbonio, che
avvengono cioé in carenza di ossigeno, situazione che si
verifica in diversa misura nei mototri degli autoveicoli,
negli impianti di riscaldamento ( Caldaie in
genere ) e industriali.
In condizioni ottimali il Carbonio presente nel combustibile si combina
con l'Ossigeno dell'aria (comburente) e viene traformato in CO2
(anidride Carbonica).
C + 02 —> CO2 [Reazione
di combustione con eccesso di Ossigeno]
2C + 02 —> 2CO [Reazione di combustione con difetto di Ossigeno]
CARATTERISTICHE
Il Monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore e
tossico per l'organismo a causa della sua proprietà di
inibire il trasporto di Ossigeno nel sangue da parte dell'emoglobina.
Sono tristemente noti ed all'ordine del giorno gli episodi di
avvelenamento o morte per asfissia da monossido di carbonio dovuti al
cattivo funzionamento di stufe per il riscaldamento delle abitazioni.
Nell'ambiente esterno le sue concentrazioni sono molto
variabili da un luogo ad un altro e raggiungono i valori più
alti in corrispondenza delle zone ad alto traffico automobilistico.
Inutile dire che i rischi maggiori si corrono quando il gas viene
prodotto o immesso all'interno di spazi chiusi come stanze, in cui la
mancanza di adeguato ricambio d'aria spesso provoca tragici effetti.
SINTOMI DELL'INTOSSICAZIONE DA MONOSSIDO DI CARBONIO
I sintomi da intossicazione acuta sono: cefalea, nausea, vomito,
sonnolenza, confusione mentale. Sopraggiunge poi la perdita di
coscienza che porta l'intossicato alla cosideta "morte rosa".
In caso di intossicazione da Monossido di Carbonio, il primo intervento è di trasportare l'intossicato all'aria aperta, somministrandogli ossigeno. Chiamate subito i soccorsi che provvederanno ad apportare le cure più edeguate.
Percentuale di CO nel sangue | Sintomi |
0-10%
|
Di solito non avvertiti, scambiati per un malessere generico |
10-20%
|
Mal di testa, affanno, dolore al petto |
20-30%
|
Emicrania pulsante, nausea, vomito, affaticamento, poca concentrazione |
30-40%
|
Vertigini, affaticamento, processi mentali indeboliti |
40-50%
|
Respiro rapido, battito cardiaco accelerato, vertigini, stato confusionale |
50-60%
|
Insufficienza respiratoria, collasso, convulsioni e coma |
60-70%
|
Insufficienza respiratoria, pressione del sangue bassa e coma |
oltre 70%
|
Coma, rapidamente fatale |
IL MONOSSIDO DI CARBONIO - CONOSCERLO PER TUTELARSI
Il monossido di carbonio (CO) è un gas incolore, inodore, insapore, non irritante; l'assenza di caratteristiche organolettiche lo rendono quindi un pericoloso e silenzioso killer. Per quanto se ne parli, a causa di una generalizzata disinformazione, si ritiene erroneamente che l'assenza di odore di gas rappresenti sempre una condizione di sicurezza. Inoltre i primi sintomi vengono spesso ignorati in quanto l'esposizione a monossido di carbonio non dà inizialmente segni evidenti.
Le persone presenti in
un locale chiuso che si va saturando di CO, anche ammesso che per un
qualche presentimento sentano che qualcosa di insolito stia loro
succedendo, non hanno la chiarezza di dover reagire, né
sanno cosa fare. Questo perché, purtroppo, i primi sintomi
da intossicazione da CO sono generici: un leggero mal di testa, un po'
di affanno, sensazione di vertigini, uno stato di confusione mentale,
generici disturbi alla vista, nausea, vomito. Disturbi tutti che, nel
loro complesso, sono anche associabili e riconducibili a diverse e
comuni cause, con il risultato che non ci si bada più di
tanto.
A meno che di non essere già stati raggiunti da una corretta
informazione di allerta, di attenzione del tipo: "se vi
trovate in una stanza scarsamente areata, se viete in presenza di
stufe, scaldabagni, bracieri e camini accesi, se avete la sensazione
che qualcosa vi intorpidisca nell'azione, reagite subito"
meglio una intempestiva corsa a spalancare le finestre piuttosto che un
sonno senza risveglio.
L'avvelenamento da monossido di carbonio può avvenire per
cause accidentali (scaldabagni, stufe, impianti di riscaldamento
difettosi, locali con camini e stufe a legna non sufficientemente
ventilati) che si producono soprattutto nei mesi invernali
perché legate al maggior utilizzo di tali impianti.
Inoltre alle cause interne descritte sopra possono sommarsi cause
esterne quali umidità, temperatura e particolari condizioni
climatiche che possono esasperare gli effetti.
Ma anche quando il livello di intossicazione è
fortunatamente al di sotto della soglia letale, il monossido di
carbonio produce effetti dannosi che di rado vengono riconosciuti e
attribuiti ad esso: perdita di memoria, incontinenza urinaria e fecale,
e sintomi che solitamente si verificano in malattie degenerative
neurologiche quali Alzheimer e Parkinson, oltre ad altri gravi effetti
neurologici
Accade talvolta, che
l'utente si senta del tutto al sicuro contro il monossido di carbonio
per aver fatto eseguire la manutenzione del proprio impianto di
riscaldamento. Non sempre però queste verifiche sono
effettuate con la necessaria scrupolosità e competenza. Il
risultato è che l'utente trascura dei sintomi che in
circostanze diverse avrebbero potuto allarmarlo, e l'intossicazione da
monossido di carbonio procede, magari lenta ma inesorabile.
Il comportamento di ogni installatore di fronte alla revisione di un
impianto esistente, o all'installazione di una nuova caldaia, deve
diventare molto più responsabile e attento di quanto
attualmente non sia. Bisogna riconoscere che nella gran parte dei casi
manca da parte dell'installatore quello scrupolo indispensabile nella
verifica del lavoro eseguito, confidando troppo sulla buona sorte. Le
conseguenze di questo comportamento possono risultare gravi, come le
cronache troppo spesso denunciano. Sono tre le operazioni
indispensabili da compiere:
- L'accurata verifica
dell'installazione e funzionamento degli impianti di riscaldamento
- il rispetto delle norme di sicurezza
- l'ispezione regolare del sistema di areazione e del tiraggio dei
camini.
Per la nostra esperienza, molto raramente queste tre operazioni vengono svolte fino in fondo.
I RILEVATORI DI CO
I rilevatori di CO sono strumenti di costo contenuto che producono con
precisione e affidabilità un allarme anche per basse
concentrazioni di CO (220 ppm). Intervengono con segnalazioni luminose
o acustiche, oppure possono essere previsti per attivare una
ventilazione forzata, per esempio tramite un estrattore d'aria. Nella
pratica però, come è stato rilevato presso un
centro di pronto intervento per intossicati da CO, può anche
succedere che l'utente spenga il rilevatore perché
infastidito da troppo frequenti o ripetute segnalazioni che, a suo
parere risultano ingiustificate dato che nella stanza "non
c'erano né odori né visibili cause d'allarme".
PERCHE' E' COSI' LETALE?
Il CO presenta un'affinità per l'emoglobila 200-300 volte
maggiore rispetto a quella per l'ossigeno così che i globuli
rossi del sangue - che hanno il compito di trasportare e rilasciare
ossigeno ai tesuti - in presenza di CO vengono pesantemente limitati
nella loro funzione di trasportatori di ossigeno.
I globuli rossi fungono come dei contenitori: in condizioni normali
raccolgono ossigeno per distribuirlo ai tessuti corporei, ma quando in
circolazione c'è il monossido di carbonio esso li
"sequestra" riempendoli ed impedendo il trasporto e la libero
circolazione dell'ossigeno. Le conseguenze a danno dei principali
organi (cervello, cuore, ecc.) che se ne nutrono per funzionare e
sopravvivere possono essere molto gravi.
ASSUNZIONE CRONICA DI CO
E DANNI PERMANENTI
Possono verificarsi esposizione ad alte concentrazioni di CO oppure a
basse concentrazioni ma per lunghi periodi di tempo che danno luogo a
fenomeni di accumulo. Già a 200 ppm si possono produrre
sintomi quali mal di testa o leggera nausea, secondo la
sensibilità individuale delle persone esposte; a 600 ppm
sono probabili svenimenti, a 800 ppm si è già in
pericolo di vita, ma ancora non c'é cognizione di cosa stia
succedendo.
Oltre agli utenti degli impianti di riscaldamento, vi sono certe
categorie di lavoratori che risultano esposte ai danni del monossido di
carbonio: vigili del fuoco, addetti ai forni delle acciaierie, vigili
urbani e altre ancora.
Gli organi maggiormente colpiti sono il cervello e il cuore,
poiché necessitano di molto ossigeno e dunque sono i
più sensibili alla sua mancanza ed i primi ad essere colpiti
dall'avvelenamento da CO. L'esposizione prolungata produce perdita di
coscienza, palpitazioni, insufficienza respiratoria, convulsioni e nei
casi più gravi la morte.
I pazienti che giungono in Pronto Soccorso hanno una prognosi variabile
in relazione all'età, alla gravità
dell'intossicazione, alle condizioni cliniche preesistenti etc.
Un danno da prolungata esposizione può generare una serie di
danni permanenti tipo amnesie, disturbo nella deambulazione,
depressione, mutismo, tremori, e a carico di altri organi tra cui
miocardio e reni.
COME SI SOCCORE UN
INTOSSICATO?
Ecco le principali azioni da eseguire nel più breve tempo
possibile:
- areare immediatamente l'ambiente e allontanare subito la persona
colpita dall'ambiente contaminato facendo attenzione a non compromette
la propria incolumità;
- somministrarle subito ossigeno ad alta concentrazione;
- chiamare un pronto-soccorso medico
- la camera iperbarica è il trattamento principale e spesso
risolutivo dell'intossicazione da CO
Tratto dall'articolo di Alba Tegelli - pubblicato su GT - il giornale del Termoidraulico - Giugno 2001